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profilo artistico

Claudio Quinzani cura e perfeziona la sua passione per il Teatro partecipando a stage e laboratori con Maria Consagra, Antonio Viganò, Paolo Nani, Laura Curino, Mirko Artuso, Davide Enia, Franca Zagatti, Mariano Furlani, Compagnia Abbondanza-Bertoni, Antonio Salines, Matteo Tarasco e molti altri.
Ha collaborato con Il Centro Teatro Ragazzi e Giovani del Comune di Trento coordinando in equipe due laboratori che hanno portato ad uno spettacolo e ad un video.

Con I Teatri Soffiati finalista al Premio Scenario 2005; presente a Drodesera per la regia di Alessio Kogoj con lo spettacolo Far veleno.
Legge i testi descrittivi dei film, interpretando le immagini prive di dialogo per conto della Cooperativa Sociale Senza Barriere ONLUS che scrive, registra e fornisce gli audiofilm ai ciechi italiani su tutto il territorio nazionale. Il TGR di mercoledì 19 febbraio 2020 (podcast ora rimosso) le ha dedicato un servizio molto esaustivo.
La trasmissione Hollywood Party in onda su Radio Tre si è occupata della Cooperativa intervistando il direttore con brevi estratti degli audiofilm nella puntata di venerdì 29 maggio 2015 (podcast ora rimosso).
Secondo classificato "Mangiafuoco 2005" come esperto per lo spettacolo Groppi leggeri del cuore con il gruppo teatrale delle Scuole Medie "A. Fogazzaro" di Mattarello/TN.
Ha collaborato con la Compagnia Teatrale T.I.M. Teatro Instabile di Meano per i testi e la messa in scena. Godibile il suo personaggio ne L’armata Brancaleone allestito per oltre quaranta appuntamenti in molti teatri dentro e fuori regione.
Notevole il dramma Fiori recisi replicato più volte e secondo classificato ex aequo per la sezione “Narrazioni storiche inedite” alla quinta edizione 2010 – “La storia e i nostri figli”, Premio letterario “Francesco Gelmi di Caporiacco”.
Ha partecipato alle animazioni del Museo Tridentino di Scienze Naturali interpretando svariati personaggi di gustosa presenza scenica; per l'A.P.T. della Valsugana è stato l'Elfo dei Boschi in molte iniziative a Levico Terme e Pergine.
Eclettico, aperto a esperienze artistiche di vario genere ha recensito opere teatrali e letterarie. Interessante il suo lavoro uscito nel 2003 per Curcu & Genovese Toglietevi la lucanica dagli occhi.
Segnalato alla seconda edizione del premio Frontiere-Grenzen 2003 con il racconto Una giornata di pioggia.

Apprezzabile la sceneggiatura L’ultimo scavalcamontagne che ha partecipato in concorso al 50° Filmfestival della Montagna di Trento del 2002.
Con l’amico Giancarlo Nicoli ha fondato l’associazione Cinelab 451 e si è occupato della realizzazione di cortometraggi in tempi non sospetti, con vecchi mezzi di ripresa e montaggio, quando il digitale ancora albeggiava. Alla settima edizione del Fano Film Festival 2000 la Giuria assegna il secondo premio al cortometraggio Confine realizzato con alcune classi dell’Istituto d’Arte Depero di Rovereto.
Segnalato al quarto concorso nazionale di poesia “Mario Bebber” nel 1990 per la silloge Una morte inattesa, ripresa e ampliata molti anni dopo con Una morte assegnata; confluite ambedue nella raccolta Ibridi che comprende un soggetto cinematografico scritto con Giancarlo Nicoli.

All’attivo alcuni spettacoli teatrali nati da molti laboratori tenuti negli anni presso diverse realtà: scuole, centri aperti, comunità terapeutiche, centri assistenziali per anziani, Comuni. Ogni spettacolo creato insieme al Gruppo è un momento unico e insostituibile, ogni spettacolo è differente. Il tipo di linguaggio adottato: che si appoggia sul corpo, sulle capacità espressive e sui suoni onomatopeici; permette ad ogni singolo di liberarsi e creare collettivamente perché il clima è sempre libero da convenzioni e modelli preconfezionati. Il percorso permette ad ognuno con i suoi tempi ed il suo metabolismo espressivo di scoprire comunicazioni differenti dal quotidiano, dai modelli televisivi, dagli standard convenzionali. Le molte collaborazioni e l’esperienza imparata nel tempo hanno portato alla creazione di teatri assortiti.

La Compagnia, apprezzata dagli addetti ai lavori, non è mai andata oltre le tre repliche per mancanza di conoscenze, fondi e adeguati sbattimenti.

A voler fare il professionista a tutti i costi si rischia di prosciugare il proprio stato d’animo e si può diventare aridi nei rapporti umani, ma in una relazione autentica le persone superano di gran lunga i ruoli di cui si rivestono.
Proprio perché convinto di questo, non sono mai riuscito fino in fondo a fare della mia arte un mestiere. Mi resta un ricordo essenziale e felice di tutte le persone incontrate finora, spero altrettanto da parte loro.

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Fuori servizio Ibridi Succedanei Digavazioni
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